Page 7 - Corti di carta
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IL FASCINO DELLE SCATOLE MAGICHE






               Le short stories di Miette Mineo sembrano scatole magiche che,
            una volta aperte, emanano i profumi descritti, lasciando intravedere
            anche i colori del cielo o di una nuvola, le sfumature di un tramonto,
            la goccia di sudore che imperla la fronte di un perito settore e
            facendo intuire la paura di un amante dei tatuaggi perseguitato da un
            incubo.
               Dentro   queste   scatole   magiche   si   respira   letteratura,   gusto
            raffinato nel descrivere un luogo, un sentimento, una passione, una
            repulsione.  Corti   di   carta  è   l’azzeccato   titolo   della   raccolta   che
            l’autrice abilmente firma con il desiderio che le vicende, non di rado
            surreali, dal costrutto onirico e dai risvolti noir, siano trasposte nel
            cinema per la realizzazione di un cortometraggio e, perché no, anche
            di  un   lungometraggio,   previa   opportuna   sceneggiatura   “rimaneg-
            giata”, così come è avvenuto e avviene sovente sul grande schermo,
            vedi per esempio La leggenda del pianista sull’Oceano che il premio
            Oscar   Peppuccio   Tornatore   trasse   da  Novecento,   racconto   di
            Alessandro Baricco.
               Lo stile di Miette Mineo è scorrevole, avvincente, sempre asciutto
            come quello di Steinbeck anche quando si dilunga appena un po’ su
            un particolare degli occhi, di un’alba, sui cromatismi dell’acqua di un
            lago. Ed è stile ricco di “polpa narrativa” che rammenta pure la
            Fallaci la quale amava soffermarsi su un oggetto come sul credo e le
            teorie   dei   tanti   personaggi   storici,   leader   politici   e   condottieri
            intervistati.
               L’accuratezza nelle descrizioni e quel persistente alone di mistero
            che   alimenta   la   tensione,   rammentano   poi   il   grande   giallista
            lombardo-veneto Renato Olivieri, pure lui autore di affascinanti short
            stories poliziesche dove la detection da cardiopalmo si alterna a
            esperte pennellate con cui si disegnano angoli urbani, ballatoi di
            falansteri anneriti dallo smog, facce gelide di mestieranti del crimine,
            volti appassiti di donne non più giovani.
               Miette Mineo rievoca il meglio di maestri della narrativa pur
            conservando un linguaggio e una tecnica assolutamente originali e


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