Page 12 - Corti di carta
P. 12
«Ciao, come va? Sono Cristina. Ti va di fare due passi?».
L’idea di uscire le piacque; dopo un ultimo Canc spense il PC e si
tuffò nella città.
Due cose le piacevano di Cristina: quel modo libero, sincero di
parlare e la sua capacità di indovinare, quasi sempre, i suoi stati
d’animo.
C’era tutt’intorno un’aria sospesa e brumosa. Poche automobili,
stranamente. Il cielo color acciaio. Strisce bianche di nuvole.
Goccioline lattiginose, quasi opalescenti, sull’asfalto.
Era l’atmosfera ideale per le confidenze: davanti a una tazza di tè,
in un pomeriggio d’inverno.
«Che hai? non mi sembri “giusta”». L’osservazione fece sorridere
Emma.
«Non riesco a decidermi, accidenti, a trovare le parole per rispon-
dergli!»
«Chi è?»
«Non lo conosco, non so neanche chi sia o che faccia abbia o se
tutto quello che mi ha detto di sé sia vero o un colossale imbroglio».
«È un salto nel buio!».
«Infatti! Sarei tentata di mollare tutto. Sai, a Lucia è successa
quasi la stessa cosa, e ancora si lecca le ferite. Ma c’è qualcosa… un
particolare, non so come spiegarti. Un’intuizione, forse».
«Stai attenta!».
Volo AZ 1738, in partenza per Roma, cancello 6, imbarco
immediato.
Mentre ascoltava distrattamente la voce metallica dell’annuncia-
trice, Emma si disse che poteva essere pazza o incosciente, ma non
gliene importava niente. Stava andando a Roma per conoscere Pietro,
e questo le bastava.
L’appuntamento era più tardi, nel pomeriggio, così Emma quel
poco di tempo che aveva lo impiegò nel miglior modo che conosce-
va: girare per la città e impadronirsi per qualche attimo di un’atmo-
sfera, di una sensazione, di un odore che avrebbe conservato gelosa-
mente per poi associarlo ad un ricordo.
Si trovò così in una grande chiesa barocca, vicino una piazza con
delle colonne romane allo scoperto. Entrò e fu subito avvolta da un
10