Page 15 - Corti di carta
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Emma si sforzava di darsi un contegno, ma era chiaro che ormai
            non rimaneva che andarsene.
               Si dileguò così, senza guardarsi intorno, felice di essere investita
            dall’aria gelida che la schiaffeggiò non appena ebbe aperta la porta.

               “85, 86, 87, 88, 89…” Contare era più che mai d’obbligo, in
            questo momento. Per non pensare.
               Un’irrisolta. Una stupida marionetta che girava a vuoto. Il rumore
            dei suoi passi echeggiava sul selciato.
               Da sola. In una città lontana, che non era la sua, tra cose non sue.

               L’odore del caffè si era diffuso in tutta la casa. Il primo sorso la
            sorprese per la sua liquida pastosità. Si stiracchiò sul letto, scostando
            appena un po’ le coperte.
               Era ancora presto per alzarsi.







































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