Page 140 - La via d'uscita
P. 140

e pianificata, ora da inventare, minuto per minuto. L’espe-
            rienza fatta aveva lasciato nel suo essere dei buchi che non
            si potevano chiudere più. Ma doveva crescere intorno a
            loro, come le radici che affondano nelle pietre, doveva ri-
            modellarsi intorno alle crepe. I suoi interessi letterari non
            s’erano certamente esauriti, anzi. Ma andavano coltivati,
            arricchiti, coniugati con quanto le stava intorno adesso.
            Che non era più la pace ottusa e ovattata del convento, ma
            una realtà agile, mobile, in continuo divenire che occorre-
            va conoscere ed interpretare.
              In tutti questi anni Catania era risorta dalle sue ceneri:
            una città interamente ricostruita, conscia del suo passato
            di cui erano rimasti pochi segni visibili, ma orgogliosamen-
            te protesa verso il futuro.
              Durante una delle prime passeggiate a piedi (quanto le
            piaceva camminare libera e vestita normalmente, dopo l’e-
            silio impostole dal convento!) Agnese ebbe modo di scopri-
            re i nuovi edifici completati dopo la ricostruzione: La piazza
            dove sorgeva l’antica cattedrale, la Platea Magna, era sta-
            ta interamente ricostruita secondo lo stile del tempo, un
            barocco del tutto particolare, da cui si dipartivano le due
            strade quasi parallele: la via Ferdinandea che si allargava
            nel piano di san Filippo, e la via del Corso, segata da una
            nuovissima strada, prima chiamata via della Luminaria, su
            cui cominciavano ad affacciarsi i primi, fastosi palazzi della
            nobiltà cittadina. Non mancò di fare una visita al Convento
            dei Benedettini che, confermando la loro vocazione di alto
            prestigio culturale e sociale avevano adornato in maniera
            principesca e grandiosa gli edifici distrutti, arricchendoli di
            numerose collezioni di quadri, di oggetti rari e preziosi che
            venivano esposti nelle sale della Biblioteca.
              Era quello il periodo in cui Catania, Palermo e la Sicilia tut-
            ta venivano visitate e accuratamente descritte con penne
            e pennelli da viaggiatori provenienti dalle più svariate parti
            d’Europa. Questi viaggiatori mostravano un interesse che


                                         138
   135   136   137   138   139   140   141   142   143   144   145