Page 115 - Tempo scomposto
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Per fare il biglietto per tornare a casa Mirta si recò alla
stazione. Stavolta non c’erano più scuse o dilazioni: il la-
voro al quale s’era dedicata tanto meticolosamente, non
trascurando ogni minimo particolare con accanimento ac-
compagnato ad un senso di riscatto, si poteva dire conclu-
so. Ce n’era abbastanza per accontentare i palati più diffi-
cili che avrebbero dovuto valutarlo per la pubblicazione
da esibire, insieme ad altre cose di minore importanza, al
prossimo concorso interno. Forse il guado in cui s’era cac-
ciata negli ultimi anni s’era finalmente prosciugato e pote-
va allungare timidamente lo sguardo al futuro.
Certo, se non ci fosse stata Bianca non ce l’avrebbe fatta,
solo grazie a lei aveva potuto allontanarsi da una situazio-
ne tanto delicata; un fiotto di gratitudine l’assalì per chi si
era dimostrata pienamente all’altezza della situazione.
Mentre aspettava in fila il suo turno, fu attirata dalle
prime pagine dei quotidiani che si offrivano alla lettura.
Si rese conto che durante tutto il periodo del soggiorno
a Catania s’era talmente immedesimata nel salto indietro
nella memoria, che aveva del tutto trascurato ciò che nel
presente avveniva intorno a lei. Porgeva distrattamente l’o-
recchio alle notizie più eclatanti che rimbalzavano da un
bollettino all’altro, ma senza porvi la dovuta attenzione.
La sera, tornando nella sua camera era talmente stanca da
preferire qualche buona lettura o qualche programma te-
levisivo all’insegna della leggerezza, prima di spegnere la
luce. Era stata cieca, sorda, totalmente indifferente al ru-
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