Page 110 - Tempo scomposto
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mi corresse con una risata e con un’osservazione che mi
           fece veramente piacere
             - Smettila, di fare complimenti: non è il caso; cosa facevi,
           tornavi con un autobus, o con l’autostop? Sappi, invece,
           che mi ha fatto veramente piacere parlare con te e questo
           nostro stare insieme per la prima volta in una dimensione
           così intima…- non seppe trattenere un gesto di disappun-
           to- che purtroppo non potremo replicare più di tanto, dal
           momento che devi partire!
             Aprii la porta della mia stanza e mi sdraiai sul letto, dopo
           essermi liberata dell’involucro dei vestiti e avere acceso il
           televisore. Al di là della stanchezza, ero veramente conten-
           ta, una specie di stato piacevole e vaporosità e non potevo
           non dire a me stessa che forse sapevo spiegarmi il perché.


             Come temevo e speravo allo stesso tempo gli incontri si
           reiterarono. “Tanto tra poco parto” dicevo a me stessa sof-
           focando i barlumi di ragionevolezza che mi rimanevano in
           corpo. Già, il mio corpo: negato, soffocato, ignorato o di-
           sprezzato, adesso faceva valere i suoi diritti, sordo, ignaro
           e brutalmente inconsapevole. Da quanto tempo non mi
           trovavo più così, con un uomo? Avevo ansimato e gridato
           di piacere, abbandonandomi ad un soddisfacente avvita-
           mento. I ricordi andavano molto indietro negli anni, con
           Manlio, naturalmente. Solo che quella era un’altra storia,
           ancorata e tradizionale, scontata, legalizzata e autorizzata,
           senza un guizzo di trasgressione. Ma non di passione, per-
           ché io Manlio l’avevo molto amato (non avrei abbandona-
           to altrimenti la mia terra ed i miei affetti) ma avevo presto
           imparato a dividerlo con gli orari, le bollette, le preoccupa-


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