Page 108 - Tempo scomposto
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della legge, ma non goda della sua stessa legge, non goda
cioè nell’esercitare il potere della legge. Altrimenti sorge
una versione sadica del potere e dunque del padre, che
gode nell’esercizio del proprio potere. D’altra parte, e in
connessione con questo, è necessario che il potere venga
umanizzato nel momento stesso in cui il padre lo esercita.
La legge, se umana, deve sempre prevedere la possibilità
dell’eccezione. La legge del padre non è inflessibile, non è
cintura, frusta. È necessario umanizzare la legge: questo
è compito del padre. Il nostro tempo si illude di demo-
cratizzare la relazione padre-figlio, così come quella ma-
estro-allievo, quando invece essa, strutturalmente, non è
affatto democratica. Il nostro tempo crede che col dialo-
go si risolva tutto, ma sappiamo per esperienza che non
è così, che non è il dialogo che modifica la struttura delle
relazioni e può persino essere necessario interrompere il
dialogo e questo è possibile soltanto se si riconosce che
il peso specifico della parola del genitore non è lo stesso
di quella dei figli. Questo non è spesso più possibile, per-
ché l’angoscia dei genitori iper-moderni è quella di essere
e sentirsi amati dai propri figli: mentre gli individui delle
precedenti generazioni hanno vissuto il dramma di non
sapere se fossero amati dai propri genitori, oggi sono i ge-
nitori che inseguono i figli e si chiedono: «ma mi ami? Mi
vuoi bene?». Questa è un’aberrazione che ha capovolto la
sequenza del rapporto generazionale».
- Mi pare di capire che il tuo problema invece è stato
quello di contemperare il tuo rapporto di essere guida ed
educatore con quello di essere vicino ai tuoi figli, in sin-
tonia con le loro esigenze e in grado di concedere e largire
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