Page 104 - Tempo scomposto
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piante e le cose dell’orto che lo assorbivano così comple-
tamente. Rientrò in casa a pomeriggio inoltrato mentre
io mi stiracchiavo ancora: da tempo non ero così rilassata
e serena; le mie giornate in questo mese trascorso a Cata-
nia erano affannose, ma vuote; pervase da una continua
preoccupazione cui non corrispondeva un gesto o un
movimento concreto da parte mia; mi sentivo in debito
anche con Bianca: poverina, l’avevo lasciata sola o quasi
a combattere in una situazione difficile. Ma quante volte
ero stata io, da sola, in situazioni ben più drammatiche?
Forse ero una cattiva madre, mi dissi riesumando il mio
repertorio di paturnie che mi vennero tutte alla mente con
la forza inarrestabile di un fiume in piena.
Antonio dovette percepire questo mio turbamento e
cercò di indagare.
- Dimmi, cosa ti succede? Problemi, pensieri?
- Niente, un po’ di tristezza per la situazione in cui mi
trovo e in cui si trova Bianca… Devo tornare, al più presto.
- Tornerai, non preoccuparti, ma adesso goditi questo
momento di pace e non tormentarti. Vuoi raccontarmi
qualcosa? Ti ascolto.
- Bianca, sai…mi preoccupo per lei. Abbiamo vissuto dei
momenti molto critici e soprattutto quando si è manife-
stata la malattia di Manlio non le sono stata vicina quanto
avrei voluto e dovuto. È cresciuta da sola e mi sono sfug-
giti dei passaggi importanti della sua vita, non so se potrò
più recuperare. La vedo così chiusa e lontana da me.
- Vorrei dire qualcosa al riguardo, e ti chiedo scusa se farò
qualche premessa teorica, ma sai, gli studi mi frullano in
testa e costituiscono la base del mio pensare ed agire…
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