Page 78 - La via d'uscita
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Al cuore della nostra stessa vita, così come essa è, c’è una
stanza dove abita Dio. Questo rende la nostra vita la più
alta delle realtà create. L’assurdo della condizione umana
sta nel fatto che l’uomo non si cura della bellezza della pro-
pria vita, non si cura della bellezza della propria anima. Ed
è come se uno non sapesse come si chiama o chi è!”
Ma come si fa ad entrare nel castello, cioè nella pienezza
della nostra anima? Solo la via della preghiera ci permette
di cominciare ad addentrarci nel castello.
“Chi non prega, non incontra il padrone del Castello, Dio e
non scopre di essere l’amante di quel Signore che l’attende
per regnare con lei nel castello”.
Parlando di questi primi appartamenti, di queste prime
mansioni, in cui l’anima si addentra, Teresa fa notare che
all’inizio tutto appare buio, nel fondo del nostro cuore, a
motivo del peccato. Ma non appena l’anima comincia ad
allontanarsi dal peccato e a rivolgersi al bene, ecco che si
accorge che in realtà il castello all’interno è luminoso. Il ca-
stello, la nostra vita, si trasfigura se viviamo nel bene, se
ci avviciniamo al bene. Tutto cambia nell’anima se vive nel
peccato o se comincia a cercare la verità.
E ognuno può diventare credente perché ognuno può
trovare la fiducia di non rimanere ai margini della vita, solo
che lo voglia.
Il messaggio era molto invitante giacché l’asprezza della
rinuncia e della preghiera venivano trasformate in imma-
gini accattivanti, di beatitudine ed elevazione spirituale
di cui in quel momento l’animo turbato ed esacerbato di
Agnese sentiva di avere bisogno. E così, grazie a quest’in-
vito, giunto al momento opportuno, la giovane si dispose
con buona volontà al compito che le era stato richiesto.
Sfruttando una predisposizione naturale di empatia con le
più giovani, e condendo i suoi discorsi con immagini che la
sua vivida immaginazione le suggerivano, si faceva ascol-
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