Page 9 - Tempo scomposto
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La Direttrice la fissava negli occhi, lo sguardo penetran-
              te, la piega delle labbra con un sorriso appena accennato.
              Le porse il libro richiesto quasi a malincuore, come se si
              preoccupasse di quale uso ne avrebbe fatto. Mirta sapeva
              quanto professionale e attaccata al suo lavoro fosse, e non
              se ne stupì.
                -Si metta lì, per piacere. La signorina la controllerà men-
              tre lo consulta. Sa, con i libri rari facciamo così.
                Si allontanò quasi subito perché qualcuno, intanto, l’a-
              veva chiamata.
                Mirta sistemò le sue cose sul tavolo: il portatile, gli oc-
              chiali, il cellulare; aprì il libro dopo averlo osservato e sop-
              pesato. La copertina rilegata di un colore incerto che incli-
              nava al grigiastro, spessa; le pagine, ingiallite ed incurvate,
              quasi appiccicate l’una sull’altra con la scrittura fitta nei
              caratteri propri del 700. Ne aveva avuti tanti tra le mani,
              di libri come quello. Ma stranamente, quella mattina la
              voglia che generalmente la spingeva a divorare, quasi in-
              gurgitandoli, i caratteri neri stampati, facendovi scorrere il
              dito sopra, non l’accompagnava.
                Capì che era l’ambiente circostante a distrarla. Lo sguar-
              do dato intorno confermò le sue impressioni e le notizie
              che conosceva sulla Biblioteca che la ospitava. Nella sala
              attigua, i mobili bianchi dalle modanature dorate avevano
              la grazia un po’ leziosa del Settecento che trascolora nel
              Rococò. Osservò gli armadi pieni di libri protetti dalle re-
              ticelle, i busti bronzei posti ai lati dell’entrata.


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