Page 104 - Miette Mineo - La lava e la polvere
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spesso avevano la meglio sulla solidarietà e la povertà proclamata
dai Vangeli.
Gli sembrava che il Convento fosse, purtroppo, uno dei luoghi
in cui ciò si realizzava più compiutamente. Temeva che costituisse
non solo una roccaforte della fede e dell’operosità, e quindi per
ciò stesso appartato dalle preoccupazioni mondane, ma potesse
divenire un comodo rifugio per chi voleva godere e conservare i
propri privilegi.
Il colloquio avuto con l’Abate e la sua richiesta di una maggiore
apertura e disponibilità verso i questuanti, lo avevano fatto riflettere
profondamente.
Non era stato dunque ribadito il valore delle opere, oltre che
della fede come elementi di salvezza? E che valore avevano tutto
questo pregare, o cantare le lodi al Signore, se poi nessuno aveva
la forza, o il coraggio, di tendere la propria mano verso gli altri?
Giacomo cominciava ad essere critico nei confronti di molti
monaci, non esclusi l’Abate e il Priore, che gli sembravano
preoccupati più del benessere dei loro corpi che non della salvezza
dell’anima.
Si stava allontanando anche dalla sua famiglia d’origine. Non
giustificava più l’alterigia sprezzante di Cosimo (che nel frattempo
ed anche grazie ai raggiri di Agata, era riuscito ad entrare nella
lista degli eleggibili ed era stato nominato Giurato); cominciava a
considerare con una certa inquietudine la sua condotta umana che
non gli appariva più limpida come un tempo. L’allegra spacconeria
dei giochi infantili s’era trasformata in un preoccupante amalgama
di comportamenti poco chiari. E la madre? Che dire di Agata? La
sua devozione filiale non gli impediva di cogliere qualche nota
stonata, qualche eccesso di fatuità nel suo ossessivo bisogno di
apparire a tutti i costi.
Sì, domani avrebbe dunque impostato su questi temi la lezione
ai novizi:
“A che serve, fratelli miei, se uno dice di avere fede, ma non ha
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