Page 17 - Miette Mineo - La lava e la polvere
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era una delle rare occasioni che il popolo aveva per fare baldoria e
godere pienamente di parecchie ore di divertimento gratuito.
Da più di un secolo, ormai, le donne, a qualunque ceto sociale
appartenessero, avevano l’abitudine di coprirsi interamente per non
essere riconosciute e andavano a due a due, tenendosi per mano e
invitando graziosamente gli uomini ad offrire loro dei dolciumi
senza manifestarsi. Poi sciamavano così, allegramente, intreccian-
do danze e figurazioni varie al seguito della santa.
Giunte al Carmine, fuori le mura, durante la sosta della proces-
sione per la celebrazione della Messa, sedevano sulle collinette,
cantavano e ballavano, offrendo uno spettacolo molto gradevole a
vedersi.
L’innocente piacere di Rosina era rivolto –è facile immaginarlo-
a catturare l’attenzione di qualche giovanotto ignaro e sprovveduto
per farlo incuriosire e…chissà?
Per questo aveva fatto in modo che i suoi lunghi capelli, di un
castano tendente al ramato, uscissero fuori dall’improvvisato co-
pricapo.
Sapeva che costituivano la sua vera, autentica bellezza. E que-
sta era l’unica forma di civetteria che una ragazza della sua condi-
zione poteva permettersi di esercitare.
La festa della santa patrona si svolgeva secondo un preciso ri-
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tuale. I festeggiamenti cominciavano giorno cinque con l’allesti-
mento di una fiera che si teneva sul sagrato e nelle vicinanze della
chiesa di sant’Agata. La mattina dello stesso giorno tutte le autori-
tà cittadine si recavano con un gran corteo di cavalieri e gentiluo-
mini alla chiesa della santa dove si trovavano esposti i palii, cioè i
premi delle corse di cavalli. Questi palii non erano altro che stoffe
di broccato tessute d’oro e d’argento, ornati di nastri e coronati
d’alloro e venivano portati in processione da staffieri riccamente
vestiti e depositati nel palazzo comunale, dove restavano esposti
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