Page 13 - Miette Mineo - La lava e la polvere
P. 13
partire dal 1300 per entrare nell’Ordine bisognava appartenere alle
famiglie più ricche e più potenti dell’isola.
Ciò aveva notevolmente consolidato la ricchezza dei Benedet-
tini, che ricevevano prebende e donazioni da ogni parte e si rifiu-
tavano di pagare tasse a quasi tutti i comuni vicini con cui erano
spesso in guerra.
In realtà non volevano rinunciare ai loro privilegi, che difende-
vano con una tracotanza e una tenacia che mal si confacevano alla
loro vocazione e all’ufficio spirituale che avevano scelto.
All’abate spettava il diritto di sedere in parlamento come mem-
bro del braccio ecclesiastico ed era stato conferito al monastero il
diritto del mero e misto impero, cioè della giurisdizione civile e
criminale delle popolazioni soggette, diritto che aveva origine dal
1143…
Frattanto il fiume di lava continuava il suo rovinoso percorso:
il 16 di aprile, dopo avere abbattuto gli acquedotti che rifornivano
Catania, assalì le mura, superò il Bastione degli Infetti, la Porta
dei Canali, arrivò sotto il Castello circondando le due grandi torri
di mezzogiorno, distrusse 36 canali alla marina, invadendo quei
deliziosi giardini ed entrò nel mare con la larghezza di due miglia.
Il 30 aprile il torrente di fuoco mandò fuori una corrente nuo-
va che entrò nel giardino dei Benedettini, circondò il monastero
sino alla chiesa, rompendo il muro, facendo contorcere le catene
di ferro che lo sostenevano e svellendo i mattoni del pavimento. Il
campanile della chiesa crollò. Si ebbe il timore che il fiume di lava
avrebbe coperto interamente la città, essendo l’edificio nella parte
più elevata. Il glorioso monastero, a novant’anni dal suo compi-
mento, adesso era pesantemente danneggiato.
13