Page 51 - Miette Mineo - La lava e la polvere
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nido.
Fin da piccolo i libri erano i suoi amici più fidati: spesso si
nascondeva in qualche angolo del palazzo dove poteva estraniarsi
in tutta tranquillità a leggere, o per meglio dire a divorare i
numerosi volumi della biblioteca di casa. Aveva quindi accettato
senza difficoltà l’iscrizione alla scuola del Monastero, dove non
aveva avuto difficoltà alcuna a primeggiare nello studio dei classici
greci e latini.
E questa inclinazione allo studio non aveva avuto nessuna
influenza negativa sul suo carattere; non lo aveva reso né più
scostante o riservato, anzi, la giovialità e la semplicità del suo
temperamento gli attiravano la simpatia di molti suoi coetanei che
cercavano la sua compagnia sia quando era internato nel convento,
sia quando trascorreva a casa o in campagna i periodi di vacanza.
Cosimo, affatto diverso da lui, esuberante e superficiale, vanesio
e un po’ arrogante, non aveva mai avuto con Giacomo nessuno
scontro che potesse nascere dalla loro diversità caratteriale. Come
se i due fratelli avessero capito che le loro sfere d’influenza
erano diverse, e paralleli i loro percorsi, convivevano senza mai
intralciarsi a vicenda, lasciando che le loro vite scorressero una
accanto all’altra, con rispetto reciproco.
Anche Agata, la madre, che istintivamente era più vicina al
maggiore, riteneva la scelta di Giacomo una cosa scontata, lo sbocco
naturale della loro condizione sociale, condizione privilegiata cui
spettavano gli onori ed il prestigio che gli erano dovuti per nascita.
E quindi aspettava con visibile soddisfazione lo sviluppo della
carriera monastica di Giacomo, che avrebbe consolidato ancora
di più il potere di cui i Moncada già godevano nell’aristocrazia
cittadina.
E, per quanto riguarda Cosimo? A lui era concesso tutto. Con
disinvolta leggerezza, la baronessa considerava affascinante e
deliziosa la condotta del maggiore, espressione inequivocabile di
gioia di vivere e di espandersi in un mondo –ahimè- così noioso e
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