Page 49 - Miette Mineo - La lava e la polvere
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CAPITOLO VII
La terribile eruzione continuava il suo inesorabile percorso e
minacciava di seppellire la città. La preoccupazione dei cittadini
era grande, ed erano stati invocati non solo il corpo e il velo di S.
Agata, ma anche la reliquia del santo Chiodo.
Così, all’appello del vescovo, mons. Bonadies, la sera del 16
marzo, si tenne una memorabile processione.
Da tempo il venerabile oggetto era sotto la custodia dei padri
Benedettini che l’avevano ricevuto in dono da re Martino I, insieme
ad alcuni frammenti della santa Croce in una cassetta d’oro.
Più di un secolo prima, nel dicembre del 1545, un forte terremoto
aveva scosso la Sicilia Orientale e Catania aveva subito parecchi
danni. Era stato portato in processione, insieme con un’immensa
folla convenuta dai paesi vicini. L’anno successivo una gran
siccità aveva soffocato le campagne e prosciugato le riserve: anche
questa volta erano stati chiamati in causa i monaci per ottenere la
pioggia. Il santo Chiodo era stato esposto nella Cattedrale, dove
si era appena celebrata la messa, ed era cominciata una pioggia
fittissima.
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Dunque la santa reliquia era stata venerata con sempre maggiore
devozione: veniva esposta nel periodo della Pasqua, il venerdì
santo, quando si celebrava la Passione di Cristo, richiamando una
grandissima folla di fedeli.
A Giacomo Moncada sembrava di toccare il cielo con un dito:
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