Page 45 - Miette Mineo - La lava e la polvere
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Quasi tutta la servitù di casa Moncada s’era schierata in cortile
           per aiutare le operazioni di scarico della merce. Dalla piana, dove
           avevano sede alcune delle vaste proprietà della nobile famiglia,
           provenivano i cesti di frutta, le verdure, gli ortaggi che dovevano
           riempire  i  magazzini  del  convento.  Gli  otri  colmi  d’olio  e le
           damigiane di un vino corposo, robusto, che scendeva giù come
           l’acqua. Col suo grembiule e col fazzoletto in testa, le maniche
           del vestito rimboccate ed il viso arrossato dalla fatica, c’era anche
           Rosina.
              I due si guardarono e si riconobbero subito. Carmelo la salutò
           per primo, facendola arrossire ancora di più.
              La ragazza non stava in sé dalla contentezza: proprio perché
           insperato, l’incontro  aveva il sapore di un frutto gustoso, da
           cogliere immediatamente.
              Rosina,  pur  timida  e  ritrosa,  aveva  una  certa  vivacità  che  la
           aiutava  a  superare  i  momenti  d’imbarazzo,  e  così  cominciò  a
           scherzare e a ridere con Carmelo che, in quanto a spirito, non era
           secondo a nessuno.
              Qualcuno  della  servitù  non  mancò  di  prenderla  in  giro,  una
           volta tornati al consueto lavoro.
              Ma i due giovani  ebbero il tempo  di darsi il primo, vero
           appuntamento.  Carmelo  di  lì  a  poco  avrebbe  dovuto  portare  a
           termine un incarico per conto del Priore, quindi si sarebbero visti
           i primi giorni del mese successivo. Avrebbe fatto sapere come e
           quando tramite padre Girolamo.

              Se Rosina avesse dovuto raccontare a qualcuna delle amiche
           più fidate come si era svolto questo secondo appuntamento, forse
           non avrebbe saputo trovare i termini  giusti, forse un discreto
           sbigottimento avrebbe intralciato le sue parole.
              Carmelo era venuto a prenderla col suo carretto, dal momento
           che doveva portare a termine qualche commissione. S’era diretto
           attraverso la porta di ferro o Pontonia, passando per la parte sud



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