Page 31 - La via d'uscita
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miche o una lucertola guizzante tra l’erba secca, le produ-
               ceva lo stesso senso di incredulo piacere di chi lo vede per la
               prima volta. A volte si sentiva così felice, così appagata che
               le veniva un groppo alla gola pensando a quella che sareb-
               be stata la sua vita futura, all’incerto che le si prospettava
               affascinante proprio per la sua vaghezza.
                 Spesso Concetta  le faceva da guida  insegnandole tut-
               te le astuzie, le curiosità ed i segreti che solo chi è vissuto
               sempre in campagna può conoscere. Lei diventava quindi
               l’unico punto di riferimento, l’unica compagnia vera, dal
               momento che i suoi fratelli, più grandi d’età, erano sempre
               col padre accompagnandolo alla caccia e nei suoi sopral-
               luoghi delle proprietà. Sua madre non muoveva un passo,
               limitandosi a ricevere qualche visita o a biascicare preghie-
               re sgranando interminabili rosari.
                 Da quando poi aveva imparato a leggere e a scrivere, si-
               lenziosamente aveva cominciato a saccheggiare la biblio-
               teca paterna portando di nascosto i libri avvolti tra i vestiti.
               Nei caldi pomeriggi estivi, quando l’unico rumore percepi-
               bile era il ronzio degli insetti e l’afa si univa all’inquietudine,
               il suo godimento maggiore era portarne uno con sé e leg-
               gerlo sotto uno dei castagni che delimitavano la proprietà.
                 Si trattava prevalentemente di classici latini tradotti che
               suo nonno aveva accuratamente raccolto e conservato
               e che suo padre non avrebbe letto mai, troppo occupato
               negli affari per potersi dedicare ad un’attività intellettua-
               le così impegnativa. La scuola del convento le aveva in-
               segnato i primi rudimenti del sapere, ma sarebbero stati
               insufficienti se non vi si fosse applicata con l’ingegno e la
               volontà di cui era dotata. La cultura che là si trasmetteva,
               prevalentemente nell’italiano del tempo, era fatta soprat-
               tutto di vite di santi, opere di edificazione che miravano a
               formare una coscienza morale più che teologica, quasi un
               modello di virtù che le donne dovevano tramandare alla fa-
               miglia, nel caso in cui si fossero sposate e avessero lasciato


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