Page 27 - La via d'uscita
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LA CAMPAGNA, LA CITTÀ

                 Alla fine del mese di ottobre, dopo la vendemmia, la ca-
               rovana dei Trigona si mosse per il rientro in città. Il cielo
               cominciava ad incupirsi, stracci di nuvole portavano i pri-
               mi acquazzoni e aliti di vento pungente soffiavano tra gli
               alberi, facevano tremare i vetri delle finestre. Due carri ba-
               starono appena per il trasloco, e, inerpicandosi su trazzere
               polverose, tra scossoni e soste forzate, nel giro di poche ore
               raggiunsero la città etnea. La via di accesso era sgombra e,
               sbrigate le formalità di rito, percorsero il tragitto verso il
               palazzo di famiglia.
                 La città era stranamente silenziosa e deserta per quell’ora
               che precipitava verso la sera; non fu difficile, quindi, attra-
               versarla. Palazzo Trigona si trovava al centro, poco distan-
               te dagli edifici pubblici della città, alla fine di una stretta
               stradina che occupava interamente. Orazio ne scrutò, con
               occhio attento e preoccupato per la sua integrità, la faccia-
               ta tante volte osservata e tanto amata, dove si erano svolti
               gli avvenimenti più importanti della sua vita. Assunta era
               contenta di ritornare alle sue abitudini consuete, come
               quella, più importante di tutte, della messa mattutina e
               della confessione con padre Bernardo.
                 Il matrimonio, già in partenza subìto come un dovere
               più che accettato, si era rivelato un vero supplizio per lei,
               e quindi lo viveva con una rassegnazione molto simile, in
               verità, a quella di molte altre donne nella sua stessa condi-
               zione. Superato lo scoglio dei primi rapporti sessuali, il suo
               fisico delicato e poco adatto alla maternità, le aveva “rega-
               lato” tre aborti prima di portare a compimento la prima,
               difficile  gravidanza  trascorsa  interamente  a  letto  da  cui
               erano nati i due gemelli molto attesi dal marito e che l’ave-
               vano un poco riabilitata ai suoi occhi; poi un’altra interru-
               zione di gravidanza ed infine la nascita di Agnese, inaspet-
               tata, imprevista e accolta da lui quasi come un corollario


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