Page 25 - La via d'uscita
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tività del padrone di casa: due o tre vassoi pieni di uccelletti
ripieni e cotti alla brace; un porcellino da latte rosolato vi-
cino al fuoco, pollame vario in diverse versioni: in umido,
arrosto, o al forno, dopo essere stato avvolto nel lardo e
preventivamente rosolato. Scarsi i pesci, solo un assaggio
di minutaglie di stagione, giacché il maltempo non aveva
consentito di meglio, ma che tuttavia non mancava di gu-
sto, dopo essere passato dalla padella.
Il vino, prodotto dalle vigne del padrone di casa, traboc-
cava dai bicchieri dei commensali che venivano pronta-
mente riempiti, quasi senza dare il tempo di essere svuota-
ti. L’atmosfera s’era riscaldata ed il gradimento raggiunse il
suo culmine quando fu il momento dei dolci. Mustaccioli,
biscotti e ciambelline varie furono letteralmente surclas-
sate dalla comparsa di una cassata siciliana, ricetta que-
sta, portata da Concetta che essendo palermitana, aveva
l’esperienza necessaria. La base di pastafrolla era stata ri-
empita da un’abbondante quantitativo di ricotta di peco-
ra, condita con cedro, arancia amara, mandarini canditi ed
era stata arricchita (secondo la ricetta palermitana) dalla
pasta di mandorla, detta anche pasta reale che l’avvolge-
va alla base, mentre la parte esterna era ricoperta da una
glassa di zucchero opaco e consistente.
Infine, quando ormai l’atmosfera era satura, vennero
portati i trionfi di frutta di stagione: mele, pere e soprat-
tutto la prima uva già commestibile che era stato possibile
raccogliere, senza che fosse troppo aspra.
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