Page 22 - La via d'uscita
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Regnum Tuum, fiat voluntas Tua, sicut in cælo et in terra…”
“Ave Maria, gratia plena, Dominus tecum. Benedicta tu in
mulieribus et benedictus fructus ventris tui, Jesus ...”
Le preghiere si alternavano, con cadenza quasi ritmica
creando un insieme armonico, guidato come il coro ac-
compagnato da un’orchestra. Le voci si fondevano, si con-
trapponevano e s’intrecciavano, raggiungendo il massimo
del pathos quando si arrivava al Gloria e al Salve Regina.
Soprattutto in questi due punti della recita il fazzoletto
di Assunta dal naso si spostava agli occhi, con l’intento di
asciugare le lacrime che ne spuntavano, e che lei cercava
di mimetizzare. Non voleva interrompere la solennità del
momento, e tuttavia troppi ricordi l’assalivano irrefrenabi-
li. Ricordava quando, ancora ospite del convento, durante
l’Ufficio mattutino le sue preghiere si volgevano all’Altissi-
mo e ricordava, alzando gli occhi al soffitto, le mirabili pit-
ture che affrescavano la volta della chiesa.
In un turbinio di nuvole, puttini e santi, al centro di un
cielo che andava dal celeste più pallido, quasi bianco, ad
un colore più intenso e più deciso, stava la Vergine, col suo
manto azzurro, in atto implorante verso il Padre, col Bam-
bino al collo. Le sembrava che posasse lo sguardo benevo-
lo verso di lei; anzi, a volte sovrapponeva inconsciamente
la santa figura a quella della madre mai conosciuta che la
guardava dall’alto, quasi a proteggerla nei suoi incerti pas-
si. Come avrebbe voluto fermarsi là per sempre, condivide-
re il segreto di quella serenità, di quell’appagamento verso
il quale si sentiva tutta protesa!
Don Eugenio aveva tessuto instancabilmente la sua tela
per sottrarla a quel luogo; durante uno degli ultimi suoi
rientri a casa, l’aveva prima blandita, poi ammonita cer-
cando di convincerla, poi informata ed infine minaccia-
ta se non avesse seguito la sua volontà. Avrebbe sposato
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