Page 17 - La via d'uscita
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Assunta in convento ci stava proprio bene. Sembrava che
               la vita monastica aderisse alle sue membra come un vesti-
               to cucitole addosso con perizia. Le avevano messo l’abitino
               scuro, preludio di quello che avrebbe poi, forse indossato in
               seguito, e non aveva mostrato nessun fastidio o repulsione
               per questa tetraggine imposta. Quando tornava a casa di
               frequente, per le feste, portava con sé le bambole vestite
               da monaca e ci giocava per ore, non manifestando nessu-
               na gioia particolare per i vestitini più allegri e colorati che
               il padre le faceva confezionare apposta. Neanche le regole
               del Convento, sia pure attenuate ed edulcorate data la sua
               giovane età, sembravano infastidirla. Recitava le orazio-
               ni con pia devozione e si accostava ai sacramenti quando
               ebbe l’età per farlo, con la stessa docile disposizione d’ani-
               mo che non lasciava mai intravvedere una crepa, un fasti-
               dio o un dissenso malcelato.
                 Non è che crescendo fosse divenuta più bella, ma l’ado-
               lescenza aveva conferito alle sue membra una forma di
               armonia, facendola un poco arrotondare laddove era ne-
               cessario, ed il suo colorito, soprattutto quando stava di più
               all’aria aperta, diventava quasi roseo.

                 “Barone, i miei rispetti! Si accomodi pure, l’attendevo!”
                 La madre badessa del Convento era a colloquio col padre
               di Assunta. Il tempo stringeva e bisognava affrontare certi
               discorsi. Di carattere cerimonioso e benevolo era già molto
               amata da tutti, ma in queste circostanze tali caratteristi-
               che si accentuavano, assumendo un’aria più confidenziale,
               soprattutto quando il tono della conversazione diventava
               più intimo e toccava certi tasti che le stavano particolar-
               mente a cuore.
                 “La cara Assuntina sta diventando grande, ormai, e quin-
               di è il momento di prendere certe decisioni. Decisioni che
               lei vorrà condividere, spero. La ragazza è cresciuta proprio
               bene da noi, abbiamo sostituito la sua povera madre come


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