Page 85 - La via d'uscita
P. 85
di più i vostri beni che volete preservare integri, assegnan-
doli ai miei fratelli, come già deciso da quando ero in fasce.
La mia risposta non può essere dunque che un no, fermo e
convinto!”
Donna Assunta Asmundo aveva cominciato a piagnuco-
lare. Un pianto sommesso, lamentoso di cui non si capiva
bene il significato; se perché d’accordo con quanto detto
dalla figlia, se per amara considerazione della sua inet-
titudine che non aveva mai avuto il coraggio di rivolgersi
un tempo a suo padre con altrettanta veemenza, oppure
semplicemente perché presagiva quanto poi si sarebbe ve-
rificato.
Orazio Trigona, abbandonando di colpo la controllata
padronanza di sé, si era lasciato andare a manifestazioni di
una violenza inaudita, aveva imprecato, inveito contro la
figlia accusandola di ingratitudine, di incomprensione e di
mancato amore nei suoi riguardi.
Le sue grida furono così alte che anche qualche servo ac-
corse, temendo che fosse successo qualcosa di grave.
“Tu sei il disonore della nostra Casata, ma non temere, so
io come piegarti alla mia volontà. Da stasera resterai chiu-
sa nella tua stanza a meditare: Riceverai soltanto il cibo
necessario alla tua sopravvivenza e uscirai soltanto quan-
do la tua risposta sarà positiva … Puoi andare, adesso!”
Quando sentì girare la chiave nella serratura della porta
della sua camera, Agnese ebbe un attimo di smarrimento,
come se tutto ciò che stava accadendo dietro le sue spalle
fosse solo un brutto sogno, un incubo o qualcosa di simile.
Si guardò intorno: il letto, semidisfatto, con le sue cose
abbandonate in un sommario disordine; dalle pesanti cor-
tine delle tende, scostate a metà, penetravano gli ultimi
guizzi della morente luce pomeridiana; solo i libri, i suoi
amati libri erano accatastati in buon ordine sul tavolo di
83