Page 115 - Miette Mineo - La lava e la polvere
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CAPITOLO XVII




              Padre  Girolamo  uscì  la  mattina  molto  presto  perché  lo
           avevano chiamato ad assistere un vecchio ammalato, cui doveva
           somministrare la Comunione. Questi era ricoverato all’Ospedale
           san Marco, e quindi percorse di buona lena quel tratto di strada
           che lo conduceva al nosocomio, recitando tra sé le preghiere del
           mattino.
              Il tempo si stava mettendo al bello, dopo due giorni di pioggia
           e  di  vento  che  soffiava  a  raffiche  continue,  sferzando  il  viso  e
           scorticando la pelle.
              Aveva con sé la sacra particella nell’involucro che era adibito
           al  trasporto:  faceva  dunque  molta  attenzione  nel  timore  che,
           camminando, qualcuno lo potesse urtare e fare cadere il prezioso
           fardello.
              Per  la  strada  non  c’era  quasi  nessuno;  sembrava  che  tutti  i
           catanesi fossero ancora addormentati e non volessero abbandonare
           le proprie, tiepide case.
              Giunto alla confluenza tra via degli Argentieri e la strada della
           Luminaria, fu attratto da un improvviso scalpiccio di passi molto
           frettolosi, seguito da alcune grida concitate, come se fosse in atto
           un inseguimento. Don Gerolamo si fece da parte, appiattendosi
           contro la parete di un palazzo. Non fece in tempo a vedere chi
           fossero  i  protagonisti  dell’inaspettato  episodio,  perché  avvenne
           tutto molto rapidamente, ma ebbe la sensazione che si trattasse di
           una colluttazione tra due ubriachi venuti alle mani per un debito di



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