Page 124 - Miette Mineo - La lava e la polvere
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si trovasse lì.
La faccenda era stata poi messa a tacere dalla fanciulla stessa
che, ben consapevole della sua posizione privilegiata all’interno
del Convento, aveva ottenuto, con qualche moina e qualche
ricattuccio, che nessuno dicesse niente a mamma e papà.
Il matrimonio era stato per lei, come per qualsiasi ragazza
dell’epoca, una cosa normale e naturale, e lo immaginava
ingenuamente come una girandola continua di feste e divertimenti,
cosa che aveva avuto modo di verificare frequentando casa
Moncada.
Era alta snella, con fini capelli biondi e un colorito pallido; il
naso, sottile ed aristocratico anche se un po’ curvo, conferiva al
suo viso un fascino particolare, simile ad una di quelle madonne di
Goya poco classiche, molto stilizzate e moderne.
Avevano fatto un bel colpo d’occhio quando, lei con l’abito
bianco appositamente venuto da Palermo e lui così snello e bruno,
avevano varcato le soglie della Cattedrale dopo avere pronunciato
il fatidico sì.
Nel matrimonio Cosimo aveva trovato degli indubbi vantaggi,
che si potevano così enumerare: la masseria della Piana, sita
accanto al Simeto, alcuni noccioleti a Santa Maria di Licodia e la
tenuta di caccia in contrada Malpasso.
La sua vita era cambiata poco: continuava a fare quello che
voleva, occupandosi delle tenute e degli incarichi pubblici, non
disdegnando piacevoli intermezzi con chi gli capitasse a tiro.
Era cambiata molto, invece, la vita di Costanza a cui due
gravidanze ravvicinate e difficili avevano regalato un bel po’ di
chili e qualche preoccupazione in più; per lei, come per tutte le
donne, il matrimonio non era stato poi un grande affare, e s’era
dovuta rassegnare sia alle ingerenze della suocera, che voleva
anche intromettersi nell’educazione dei piccoli Agata ed Augusto,
che alle frequenti scappatelle di Cosimo.
Di comune accordo avevano deciso di abitare in un’ala di
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