Page 39 - Miette Mineo - La lava e la polvere
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ha la sorte dalla sua. Cos’ha da temere, quello? Ha vitto e alloggio
gratis, cosa gli manca, a quello?”
“Cosa gli manca, a quello? Cosa gli manca…” Rosina ripeteva
nella sua testa questa frase mentre camminava velocemente verso
casa Moncada. Ogni parola era come un punteruolo che le passava
il cervello da parte a parte.
Per incarico della padrona doveva andare al mercato prima
di prendere servizio, e così, dopo avere attraversato la Piazza S.
Filippo, tirò su passando davanti la chiesa di S.Francesco, costeggiò
la strada degli Argentieri e si trovò dinnanzi alla piazza del Mercato
del Lunedì, che già cominciava ad affollarsi di venditori.
Da una parte cominciavano a riempirsi i banchi pieni di frutta
e verdura; i carrettieri, i bordonari, i bastasi, i barcaroli avevano
già da un pezzo cominciato a scaricare la loro mercanzia, mentre
i bucceri esponevano le carni macellate di fresco. Il pane nelle
varie forme, ora rotonde, ora allungate, faceva mostra di sé nei
cesti diffondendo l’ineguagliabile fragranza accessibile a tutti, e
avevano portato anche la neve, giù dalla montagna che ne era tutta
ricoperta.
Il vocio dei compratori per un po’ la stordì; istintivamente si
portò le mani sulle orecchie ricordando il trambusto del giorno
precedente, ma poi si diresse verso un altro reparto, che competeva
alla commissione che doveva eseguire. I mastri corviseri che
vendevano scarpe erano un po’ più sulla sinistra, accanto ai grandi
teli di stoffe appese che sventolavano variopinti.
Mentre sceglieva la pezza che le era stata ordinata, sentiva i
discorsi dei popolani che commentavano i fatti del giorno prima e
si lamentavano dei prezzi che crescevano sempre più, a dismisura.
“Ho moglie e sei figli, che, con la grazia di Dio, stanno tutti
bene, ma… la spesa è troppo cara! Se aumenta anche il pane…me
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