Page 92 - Miette Mineo - La lava e la polvere
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lasciando solo il chiostro per camminare e meditare sotto il fresco
dei portici.
La sua vita scorreva quietamente, tra preghiere ed altre attività
inerenti alla sua condizione. Da quando aveva preso i voti, e
nonostante la sua giovane età, gli avevano assegnato l’educazione
e l’istruzione dei giovanissimi. Compito questo che svolgeva con
impegno e partecipazione; sentendosi non molto lontano dall’età
dei suoi alunni, cercava di trasmettere nelle loro giovani menti un
sapere che fosse anche una gioiosa conquista.
All’interno del Convento la sua posizione si consolidava
sempre di più: la sua indole socievole gli permetteva di avere buoni
rapporti con tutti, non disdegnando di intrattenersi anche con il più
semplice dei monaci.
“Padre Alceste, cos’è quel rumore che si sente venire dal basso?”
Aveva interrotto la meditazione, aveva indirizzato la sua
attenzione ad una specie di tumulto indistinto che si sentiva
rimbombare dalla parte delle scuderie.
“Non so, posso andare a chiedere al padre Portinaio. Di questi
tempi il popolo si agita per nulla, il prezzo del pane aumenta, e
forse vogliono che noi gli diamo qualcosa…”
Nel recarsi verso il padre portinaio che aveva aperto lo spioncino
dell’ampio portone per vedere che cosa stesse succedendo, il buon
Alceste s’imbattè in Carmelo Battaglia che veniva da dove le
invettive erano più alte, in mezzo alla folla.
Un centinaio di “villani”, in manica di camicia e con qualche
forcone che veniva agitato ritmicamente, scandivano a gran voce
“Pane, pane, frumento!”
“Cosa succede? Cos’è questo rumore? Cosa pretendono,
infine?”
“Cosa pretendono non è difficile da capire! La gente muore di
fame. Solo oggi hanno portato al camposanto dieci persone, tutte
passate al Creatore per lo stesso motivo! Vogliono il grano! Vogliono
il grano che noi abbiamo nei nostri depositi, ammonticchiato con
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