Page 42 - Corti di carta
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soprattutto la sua, Christine, con quegli occhi azzurri spalancati,
            pronti   a   strizzarsi   quando   gli   apprezzamenti   diventavano   troppo
            audaci.


               In un momento di silenzio, mentre la conversazione languiva,
            ecco che la musica gli veniva in soccorso. Il cantante del locale, con
            voce morbida, ma sicura, attaccò quello che doveva essere il suo
            cavallo di battaglia: “Strangers in the night”, del grande Frank.
               «Something in your eyes was so inviting, something in your
            smile was so exiting, something in my heart told me I must have
            you…»  Gianni cominciò a stringere un po’ e portò la mano  di
            Christine   sul   suo   petto,   come   aveva   visto   fare   in   qualche   film
            americano.
               «Strangers in the night... love was just a glance away.... Du du...
            du... du... du...».
               Gli ultimi du du du e la musica che li contornavano furono forse
             decisivi per la possibile resa della ragazza.
               “Ancora  un  po’  e  cederà”  pensò  compiaciuto  Gianni,  conscio,
             però che non doveva sbagliare neanche una mossa se voleva riportare
             vittoria completa.

               “Occupato! Possibile che da Max è sempre occupato!”  Fabrizio
             riattaccò con un moto di stizza. Da circa mezz’ora tentava di mettersi
            in contatto con l’amico. Prese la chitarra e cominciò a riprodurre gli
            accordi  di  quella  canzone  di  De  Andr é  che  da  un  po’  di  tempo
             provava:  «Re  Carlo  tornava  dalla  guerra,  lo  accoglie  la  sua  terra,
            cingendolo d’allor…». Deve rispondere, accidenti, deve rispondere!
             «Al  sol  della  calda  primavera  lampeggia  l’armatura  del  sire
            vincitor…».
               Max gli doveva raccontare come si era svolta la festa da Franca,
             l’altra sera. Se c’era Letizia. Voleva sapere se c’era anche Letizia a
             quella festa. Letizia: uno sguardo tenero tenero sotto una cascata di
             capelli. Lunghi e castani. La vedeva passeggiare sempre nei corridoi
             con Marisa, la sua amica del cuore, e qualche volta i loro sguardi si
             erano  incrociati,  per  poi  distogliersi  quasi  contemporaneamente,
             come se entrambi avessero visto qualcosa di imbarazzante.
               «Quand’ecco  nell’acqua  si  compone  –  mirabile  visione  –  il
            simbolo  d’amor.  Nel  folto  di  lunghe  trecce  bionde  il  seno  si


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