Page 39 - Corti di carta
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LE PAROLE DELLE CANZONI
«She loves you, ye ye ye. She loves you ye...» Mentre si dava
l’ultimo sguardo allo specchio. «Ye ye ye» Massimo si aggiustò
compiaciuto il ciuffo che gli copriva quasi l’occhio. Era a posto,
adesso. Una lucidata allo stivaletto a punta, come quello di Shell
Shapiro, e via.
Le ragazze a quest’ora dovevano essere pronte. La Mini rossa
partì con una stirata e sfrecciò lungo la strada quasi deserta.
Un lungo scampanellio.
Le ragazze nel frattempo erano scese e Massimo osservò che in
minigonna stavano proprio bene, soprattutto Marisa con quelle
gambe così dritte e affusolate, così…
La festa era a casa di Franca. Una festa di compleanno tra pallon-
cini e luci accendi-spegni, con una valanga di tartine e patatine e
pizzette. L’aranciata che scorreva a fiumi.
Massimo si agitava puntigliosamente in uno dei tanti twist della
serata, con opportuni ancheggiamenti, quando casualmente si vide
riflesso sulla specchiera della consolle liberty che occupava la parete
di sinistra.
Ebbe un moto di stizza: era quasi mezzanotte e non aveva ancora
“combinato” con nessuna delle ragazze.
Accese una sigaretta con aria pensierosa, si sedette su una
poltrona accavallando le lunghe gambe.
Le luci si erano spente, l’atmosfera si era fatta più intima: era il
momento dei lenti, delle confidenze, delle frasi pronunciate a mezza
bocca. Alzandosi per liberarsi della sigaretta, intercettò Marisa e
Fulvio che avevano smesso di ballare.
«Questo è mio!» e agguantò la mano di Marisa che si era messa a
ridere per la sorpresa.
«E tu, da dove sbuchi? È tutta la sera che ti cerco!». Come se,
invece di un semplice appartamento in condominio, fosse stata una
villa.
«Michelle, ma belle, these are words that go together well, my
Michelle...».
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