Page 10 - La via d'uscita
P. 10
stituita da una parte nobile dove stavano i padroni, cui si
accedeva attraverso un’ampia scalinata esterna, contor-
nata da due balaustre con colonnine di pietra, che girava-
no, finiti i gradini, sul calpestio di un balcone di cotto su cui
erano prospicienti la porta centrale e due finestroni laterali
muniti di grate. In alto, al secondo piano, altri tre finestro-
ni: le stanze da letto dei padroni.
Nell’ampio salone al piano terra, la zona di rappresen-
tanza, si riuniva la famiglia al completo, trovando posto
sui divani e sulle seggiole. L’arredamento era semplice e
gravitava attorno all’imponente camino; tappeti, tavolini
con pochi ninnoli e tendaggi che, allo scopo di adornare i
finestroni affacciati all’interno, nascondevano, svolazzan-
do talvolta, la visione della montagna, laggiù, in fondo, ma
ben visibile nelle varie mutazioni prodotte dalle condizioni
atmosferiche. Poteva stagliarsi solitaria e superba senza
che una nuvola ne sporcasse la figura, o essere avvolta e
circondata dalle loro bianche propaggini solo nella parte
sommitale, o per tutta la sagoma, tanto da occultarla qua-
si interamente. Ma in ogni caso la sua presenza incombe-
va, necessaria ed essenziale, alla definizione del paesaggio
che riusciva a creare.
La capiente cucina, affumicata, intrisa di odori e di aromi,
sovraccarica di stoviglie, pentole, coperchi, col grande ta-
volo al centro, con il focolare sormontato dalla cappa, dava
subito l’idea che venisse usata di frequente, oltre ad essere
il luogo di riunione della servitù.
Sullo stipite della porta, l’immancabile immagine della
Madonna del luogo, sempre ornata da una ghirlanda di
fiori che venivano rinnovati ogniqualvolta ne appassiva
qualcuno.
Agnese vi aveva libero accesso fin da piccola, salvo poi a
disertala del tutto quando, col crescere degli anni, i suoi in-
teressi presero altre direzioni.
8