Page 126 - La via d'uscita
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badessa sorrise compiaciuta e confermò loro che si sareb-
            bero trovate benissimo. Un mormorio di approvazione
            aveva sottolineato le sue parole.
              Suor Maddalena, scossa dal suo torpore, pensò a quanto
            dovesse ammontare la loro rendita, visto che questo argo-
            mento non scontentava mai suor Angela, predisponendo-
            la al bene. Ma provò un’immediata simpatia per le nuove
            arrivate, soprattutto per la più giovane, che le ricordava
            vagamente Adele Chiaramonte anche per il modo con cui
            aveva fatto ingresso nel convento e nella sua vita.
              Non le fu difficile avvicinarla per ascoltare dalla sua viva
            voce il racconto della loro vita che ormai rimbalzava di boc-
            ca in bocca in ogni angolo del convento.
              Qualche giorno dopo Maddalena la trovò seduta in un
            angolo intenta a leggere, e con la scusa di chiederle il tito-
            lo del libro e raccontandole della sua passione letteraria,
            ebbe modo di farla parlare di sé.
              “Mia zia si chiama Bianca ed è vedova senza figli di Fran-
            cesco Lanza, conte di Trabia che ci ha lasciate non molto
            tempo fa. Io, Virginia, orfana di sua sorella, sono stata pra-
            ticamente cresciuta da loro, e non mi è mai mancato af-
            fetto e conforto, nonostante la perdita prematura di mia
            madre e l’assenza di un padre che non ho mai conosciuto.
            La mia vita finora è stata gaia e spensierata, com’è in uso
            nell’aristocrazia palermitana … Qualche volta le raccon-
            terò le feste di cui sono stata partecipe e che non hanno
            niente da inviare a quelle che si svolgono a Napoli, o a Pa-
            rigi.
              Mio zio si dedicava alla coltivazione dei vigneti e alla pro-
            duzione di vini che venivano venduti tramite il commercio
            marittimo. Le sue rendite erano buone e ci consentivano
            una vita agiata. Ma una serie di circostanze sfortunate, il
            naufragio  di una nave, e l’ultimo  terribile episodio di sa-
            botaggio ad opera di pirati proprio nel porto di Palermo,
            hanno danneggiato fortemente la sua attività. A ciò si può


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