Page 125 - La via d'uscita
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ci, Concetta era presente, ma non capiva a fondo il disagio
che stava vivendo; il risultato di questo travaglio fu un de-
perimento lento e difficile da nascondere: mangiava poco
ed il suo colorito ed il suo umore inclinavano verso una te-
traggine mai provate prima. I versi, momentaneamente
accantonati, avevano ceduto il posto ad attività più pra-
tiche e spesso si dedicava alla cura dell’orto o alla cucina,
sempre con la testa bassa e le labbra che mormoravano
preghiere e giaculatorie.
La comunità era ancora scossa dal tragico gesto com-
piuto da suor Benedetta e questo rendeva le cose ancora
più penose, per tutte. Ma per fortuna, c’era una notizia che
serviva a stornarle dai cattivi pensieri.
“Vieni, sorella, vieni nel parlatorio! Ci sono delle novità!
Sono arrivate delle nuove ospiti. Non hai curiosità di cono-
scerle?”
Suor Adelaide, buona e servizievole, che le si era affezio-
nata, forse vedendola così afflitta, la spronava a venire, la
invitava a partecipare a quel poco di piacevole che un luo-
go di tal fatta poteva offrire, soprattutto dopo gli ultimi,
tragici eventi. La prese sottobraccio e, incurante della sua
riluttanza, la condusse con sé.
Le due nuove venute, circondate dalla curiosità e dal ci-
caleccio delle altre moniali, si sottraevano a malapena alla
ridda di domande che le assalivano da ogni parte. Dovette
intervenire la Superiora a calmarle. Una, di età più avan-
zata, rivelava un portamento signorile e garbato. Disse di
venire da Palermo e di essere rimasta vedova e senza figli.
L’altra più giovane era la nipote che l’accompagnava e chie-
deva di trattenersi con la zia finché non si fosse ambienta-
ta. Entrambe provenivano dalla capitale in seguito a non
meglio specificati capovolgimenti della loro sorte, ma non
nascondevano di essere di origine nobile. Erano state indi-
rizzate nel cenobio catanese da lontani parenti e la fama
del convento della SS Ascensione le aveva rassicurate. La
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