Page 69 - La via d'uscita
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che aveva imperversato fino a qualche giorno avanti. Trovò
Agnese intenta ad osservare la siepe che contornava il sen-
tiero. Lì era caduto un uccellino dal nido dell’albero sopra-
stante ed il suo sguardo vagava in alto, nella speranza di
scoprire il nido e che qualche altro pennuto venisse in soc-
corso di quello caduto, ma niente c’era alla vista.
Adele ebbe come una stretta al cuore: conosceva e con-
siderava con stupore ed ammirazione la sensibilità che l’a-
mica dimostrava nei confronti della natura, dovuta forse
al suo rapporto con la campagna, e le si avvicinò con aria
timorosa.
“Come stai Agnese, cara. Da quanto tempo non ci vedia-
mo! Ti voglio abbracciare, avvicinati!”
La ragazza rispose all’abbraccio, ma con il sentimento
struggente di una cosa vissuta e perduta per sempre. Le
lacrime che premevano per uscire furono prontamente ri-
cacciate indietro; non voleva essere vista così dalla persona
più cara tra quelle che avevano popolato la sua vita finora.
Le sofferenze, le perdite, le imposizioni cominciavano a pe-
sare e non potevano più essere differite, né ignorate.
Parlarono quindi di cose banali, insignificanti, nascon-
dendo ciascuna all’altra quello che veramente occupava il
proprio cuore, e si lasciarono così, con la netta sensazione
che l’incanto dell’intesa esistente tra loro si era quasi dis-
solto, come diluito nell’inarrestabile scivolare degli eventi.
Il carteggio intanto continuava, abbastanza fitto nono-
stante la distanza; ma poiché ognuno tende, quando si fa
conoscere da una persona, a dare il meglio di sé, ciascuno
dei due giovani mirava a mostrare i propri lati positivi, sfor-
zandosi di fare coincidere le proprie espressioni con quelle
che riteneva sarebbero piaciute all’altro. Filippo parlava dei
suoi studi e della sua intenzione di metterli a frutto, facen-
do trapelare quanto fossero stati brillanti e quanto lungi-
miranti le sue aspettative.
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