Page 70 - La via d'uscita
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Per conto suo Adele frugava nella sua memoria per rac-
            contare episodi del passato che la riportavano a Modica,
            tralasciando gli avvenimenti più dolorosi per non farli pe-
            sare, esaltando, invece, quelli di cui al momento poteva
            godere e che la compensavano ampiamente: lo zio tuto-
            re, la cugina Amalia, persino il Convento che quasi quasi
            appariva, se non proprio un luogo di delizia, un ambiente
            decoroso in cui completare la sua istruzione e la sua educa-
            zione. Parlò anche di Agnese e della sua preziosa amicizia
            tacendo, però, i particolari più intimi e segreti.
              Si arrivò così quasi alla santa Pasqua che quell’anno ca-
            deva a fine aprile e che Adele avrebbe trascorso dai parenti.
            Non ci sarebbe stata occasione migliore per vedersi e tra-
            smettersi, occhi negli occhi, quanto le parole scritte non
            potevano esprimere.
              Pensare che il carteggio fosse rimasto proprio “segreto” è
            come credere alle favole. Amalia, tutta contenta, ne aveva
            parlato a sua madre che lo aveva riferito allo zio Tommaso
            e la notizia era arrivata fino ai Moncada, per vie traverse
            non facili da individuare. Ma certamente la notizia non
            dispiaceva a nessuno. Filippo, con una vita professionale
            tutta da costruire ed un patrimonio ancora da ereditare
            avrebbe avuto tutto da guadagnare se avesse sposato una
            Chiaramonte che gli portava in dote dei beni tutt’altro che
            disprezzabili, ed inoltre l’orfana avrebbe trovato una fami-
            glia pronta ad accoglierla con affetto e simpatia. Comin-
            ciava a crearsi un incastro più coeso, in cui ogni tassello
            trovava il suo posto.

              Il tempo durante tutta la Pasqua di quell’anno aveva re-
            galato giornate tiepide ed assai gradevoli. Fu quindi natu-
            rale per le nobili famiglie di cui si sta tracciando la storia,
            trascorrere all’aria aperta la giornata successiva alla dome-
            nica di festa.
              Bastava spostarsi di poco dal centro della città per trovar-


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