Page 71 - La via d'uscita
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si immersi nella splendida natura della campagna modica-
na, un altopiano quasi pianeggiante, che degradava verso
la costa tra carrubi, olivi e la tipica macchia mediterranea.
I caratteristici muri a secco frazionavano la campagna deli-
mitando gli appezzamenti di terreno; la ragione di una ma-
glia così fitta risaliva addirittura alla prima metà del Cin-
quecento, quando l’immenso feudo della Contea era stato
suddiviso tra i piccoli proprietari terrieri.
Già da allora la peculiarità del circondario modicano era
la presenza di fenditure, di gole profonde scavate dai tor-
renti nella roccia calcarea, chiamate cave. Nelle cave anti-
chi torrenti scorrevano nel sottosuolo e solo in alcuni punti
riaffioravano. Bellissime anche le valli fluviali, di roccia cal-
carea, che incidevano l’altopiano creando ambienti natu-
ralmente protetti, ricchi di specie vegetali ed animali: un
vero e proprio paradiso naturalistico. La campagna era dis-
seminata dalle caratteristiche masserie e i casolari, esempi
di architettura rurale tramandata nei secoli.
Una di queste case rurali era stata generosamente mes-
sa a disposizione dalla famiglia Moncada per trascorrervi
l’intera giornata, Tra i numerosi ospiti, com’è facile imma-
ginare figuravano la famiglia Guastella, Tommaso Chiara-
monte e sua nipote Adele.
Diciamo che questa era l’occasione di “avvicinamento”
delle due famiglie in vista della creazione di legami ancora
più stretti.
La piccola carovana si era mossa assai presto quella mat-
tina: due carri trascinati dai cavalli accoglievano i gitanti
divisi e mescolati secondo l’età; nel carro più piccolo, di se-
guito, prendeva posto la servitù e due muli trasportavano
tutto quanto potesse servire ad allietare la giornata col
cibo e le bevande preparate per la circostanza. La strada da
percorrere non era lunga, ma sterrata e pietrosa, ricca di
curve e strettoie che rendevano poco agevole il cammino.
Ma quando furono arrivati a destinazione, tutti tirarono
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