Page 65 - La via d'uscita
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RICAMI DEL CUORE
Adele aveva afferrato con sorpresa la busta che Filippo
Moncada le aveva porto con aria galante e sospirosa, e l’a-
veva subito messa in tasca non solo perché imbarazzata
per quanto stava accadendo, ma perché, essendo la prima
volta che le capitava qualcosa di simile, non avrebbe sapu-
to come comportarsi. Balbettò qualche frase di circostan-
za, sforzandosi di apparire disinvolta, ma subito afferrata
e coinvolta dalla cugina Amalia e dallo zio Tommaso, si al-
lontanò precipitosamente, anche perché non c’era molto
tempo e doveva preparare le sue cose in vista del ritorno a
Catania.
La busta rimase così, per qualche giorno ancora sigilla-
ta, avvolta di mistero e di sospensione, in attesa di essere
aperta al momento più opportuno.
Messa in mezzo al libro di preghiere e gelosamente sor-
vegliata affinché non scivolasse via, ricevette il suo “batte-
simo di lettura” in un pomeriggio sonnolento di metà gen-
naio e in una circostanza in cui nessuno poteva vederla.
Neanche Agnese fu messa a parte di tale segreto.
“Alla gent.ma e preg.ma sig.na Adele Chiaramonte, di
Modica:
“Bella, la tua bellezza mi sotterra
Sei bella dai capelli fino ai piedi
Non c’è pittore che ti può illustrare
Quando cammini tu trema la terra
E a me, misero, non resta che guardare!”
No, questi versi non sono miei (giacché non voglio usur-
pare a nessuno il ruolo di poeta che non mi compete), ma
la semplice trascrizione in lingua italiana di un canto po-
polare che ho scoperto per caso nelle mie scorribande let-
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