Page 62 - La via d'uscita
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più possibile coloro che vedeva come possibili alleati.
E tra questi, lo abbiamo già detto, c’era Orazio Trigona.
“Buon giorno caro cugino! A cosa debbo l’onore di una vi-
sita così gradita?” I due si scambiarono i saluti di rito, af-
fettuosamente, dimostrando un’intesa che andava al di là
della semplice parentela. Anche fisicamente non era diffi-
cile trovare una somiglianza che si traduceva nel modo di
fare e di concepire la vita: non solo la carnagione bruna,
ma alcuni scatti improvvisi ed imperiosi dell’agire denota-
vano in entrambi un carattere forte e inflessibile.
“Oggi cade l’onomastico della mia cara Agnese, e così
sono venuta a trovarla, per portarla qualche ora nella no-
stra casa, facendole sentire il nostro affetto con una piccola
festa. E poi, tra qualche giorno è anche il suo onomastico,
sant’Angela Merici, quindi, per così dire, colgo quest’occa-
sione con un duplice scopo …”
“Oh, grazie, ma noi suore siamo così votate alla nostra
missione che non abbiamo tempo di festeggiare le nostre
umili persone, ma solo di rendere onore ai Santi di cui por-
tiamo il nome. Quanto ad Agnese, certamente, può por-
tarla con sé!”
Sembrava che il discorso fosse concluso, ma suor Angela
percepì che suo cugino aveva qualcos’altro da dirle, e lo in-
vitò a parlare.
“Cara Angela, ci sono dei consigli, dei suggerimenti che
ho da chiederle e che riguardano proprio la mia cara figlio-
la. Ecco, vorrei sapere, qual è l’impressione che ha di lei: il
comportamento, la devozione che mostra, la docilità del
carattere … Perché sicuramente lei sa, conosce i nostri pro-
getti sul suo conto”. Aveva accomunato anche i desideri di
Assunta dei quali era assolutamente sicuro: “Sa, io la cono-
sco poco, la seguo ancor meno, e mi sembra una ragazza
assennata, timorosa di Dio, ma voi, che la vedete giorno
dopo giorno, solo voi potete rendervi conto dei suoi pro-
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