Page 57 - La via d'uscita
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e men dubbioso io mova il passo
allor verrò che il sonno spiega tacito l’ali
sovra gli egri mortali”
Non sapendo con chi confidarsi, a chi raccontare il tu-
multo di sentimenti che questi versi provocavano in lei,
Agnese trovava in Concetta una muta interlocutrice che
l’ascoltava in silenzio, annuendo e offrendo le sue orecchie
poco abituate alla loro ammaliante melodia.
Come avrebbe voluto Agnese che lì, a sentirla, ci fosse
stata Adele! Come le mancava la sua presenza che aveva
reso persino sopportabile la sua permanenza in Convento!
Anche le sue carezze furtive, le tenerezze che si scambia-
vano quand’era possibile farlo, di notte, avvinghiate tra le
coltri pesanti come macigni, o nei momenti in cui nessuno
poteva vederle!
Qualunque novità le avesse raccontato del suo soggior-
no modicano non avrebbe potuto eguagliare il godimento
di farla partecipe di queste poesie, di questi versi che esal-
tavano l’amore, e di quelli che aveva cominciato a scrivere
lei stessa timidamente, di nascosto, e che non vedeva l’ora
di mostrarle, nonostante l’incerta grafia costellata qui e là
di macchioline!
“Ascolta, Concetta, e dimmi se queste parole non fanno
venire i brividi!”:
“Il giovane audace
per giunger lieto alle dolcezze estreme
La vergine amorosa incalza e preme.
Ne l’amoroso arringo
de le morbide piume alfine la spinge,
la cinta a lei discioglie
e gli estremi frutti raccoglie.
“Ma più ancora è la terribile conclusione che mi fa trema-
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