Page 61 - La via d'uscita
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staurata fra loro e che vedeva poco a poco sgretolarsi in un
muro d’indifferenza. Cominciò a percepire che in qualche
modo, non sapeva quale, Adele le sfuggiva e che mai più
avrebbe potuto riacciuffarla e farla tornare accanto a sé
come prima, come non molto tempo prima.
Rifiutò di capire, fingendo con se stessa di non sapere.
Mascherò il suo scontento pensando, sforzandosi di pen-
sare che si trattava di una cosa passeggera, che prima o poi
i loro legame si sarebbe riannodato e che gli incontri not-
turni sarebbero ricominciati. Dovevano ricominciare.
Scesero per la lunga e stretta scala verso la chiesa, dove
la folla, alla fine della funzione, cominciava a disperdersi. Si
avviarono verso il parlatorio a salutare parenti e conoscen-
ti. La giornata si poteva dire conclusa.
Suor Angela Benfatto che non aveva voluto cambiare il
suo nome di nascita, rimanendo suor Angela, era madre
superiora del Convento dell’Ascensione da quasi tre anni.
Il tempo sufficiente per conoscere, comprendere e guida-
re una realtà non così semplice come poteva apparire. La
sua monacazione era avvenuta in maniera normale, senza
nessuna forzatura e la sua fede era salda e ispirata a pochi,
ma irrinunciabili principi dai quali non avrebbe mai deroga-
to. Era di statura media, robusta, con piccoli occhi distanti
e indagatori. Il suo carattere era molto deciso, e la concre-
tezza del suo operare le aveva permesso di intrecciare rap-
porti assi positivi con i potenti della città, e, forte di tali ap-
poggi, sapeva di avere conquistato un peso notevole nella
politica cittadina. Ma stava per scadere il mandato e de-
siderava fortemente che fosse riconfermato, tramite una
dispensa da parte della sacra Congregazione.
Ciò non doveva essere difficile, dato che il Convento ver-
sava in buone condizioni economiche e le famiglie più in vi-
sta facevano a gara per iscrivervi le proprie figliole. Proprio
per questi motivi la sua azione era volta ad assecondare il
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