Page 60 - La via d'uscita
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Sentiva il bisogno di toccarla, di abbracciarla, ma anche
            di parlare con lei e si rendeva conto che tutto diventava
            difficile, e qualcosa la trattenne. Un guizzo, inaspettato in
            quegli occhi trasparenti come l’acqua fu come il segnale di
            astenersi dal manifestarle l’affetto che provava.
              “Ssss…stai attenta! Qui anche i muri hanno le orecchie!”
            Non l’aveva mai vista così sospettosa e guardinga, ma
            semmai sempre disponibile, allegra pronta al dialogo e allo
            scherzo; questo brusco cambiamento di umore la disorien-
            tò non poco. Dissimulando il suo disappunto Agnese insi-
            stette perché si vedessero lassù sul belvedere dove, data la
            circostanza, si poteva salire senza essere notate.
              Adele aveva portato con sé il diario che aveva tenuto du-
            rante il suo soggiorno modicano e lo lesse all’amica atten-
            ta e vivamente interessata che la investì con domande che
            riguardavano non solo la poesia - quel particolare tipo di
            poesia - ma anche la vita della contea, le persone che aveva
            conosciuto, la vita che là si conduceva. In cambio, con mol-
            te esitazioni Agnese lesse i versi che nel frattempo erano
            usciti dalla sua penna. Non sapeva fino a che punto quei
            pensieri incerti e frammentati, che a stento definiva ver-
            si, potessero piacere, soprattutto dopo l’esperienza fatta,
            ma anche questa volta fu complice il luogo. Stavolta il cielo
            era coperto, brandelli di nuvole grigiastre e capricciose ne
            occupavano la visuale. Laggiù neanche il mare si distingue-
            va, ma i tetti stessi sembravano mare, un mare di pietre di-
            scontinue e rugose, dai contorni aspri e spigolosi.
              Poi, lentamente il silenzio cominciò a calare tra loro. No,
            non il silenzio a cui era abituata da sempre, quello che la
            accompagnava giorno dopo giorno ovattandone i pensieri
            con la sua morbida, avvolgente compagnia: silenzio fatto
            di riflessioni, e ragionamenti abbozzati, di sensazioni vis-
            sute e in un lampo consumate e accatastate negli angoli
            più segreti della memoria, ma un silenzio freddo, astratto,
            che negava la comunicazione quasi magica che s’era in-


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