Page 125 - Tempo scomposto
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c’era nessuna certezza, nessuna prova della sua buonafede.
Lo conosceva così poco!
Non è che rimpiangesse ciò che aveva vissuto, ma adesso,
alla prova dei fatti, certi interrogativi si affollavano nella
sua mente. Riflettendo con un poco di calma le sembrava
di essere stata vittima di una sorta di ubriacatura, di es-
sersi fatta travolgere da qualcosa che non aveva voluto né
cercato. Complice la situazione in cui si trovava, non ave-
va ragionato, né considerato gli effetti che tale situazione
avrebbe determinato. Certamente sarebbe tornata a casa,
ma con quale serenità avrebbe potuto guardare negli occhi
i suoi cari? Come poteva pensare che tutto, come per ma-
gia, sarebbe tornato come prima? La Mirta di tanti anni
prima si fece largo sgomitando nella marea di autoconvin-
cimenti che s’era costruita poco per volta, vera anestesia
della ragionevolezza di fronte ai capricci dei sentimenti.
E quanto più ondeggiava tra queste opposte pulsioni,
tanto più vedeva che l’atteggiamento di Antonio era fer-
mo e risoluto.
- Non puoi più liberarti di me, neanche se lo volessi.
Quello che c’è tra di noi l’ho voluto e cercato per anni e
non me lo lascerò scappare- diceva con una consapevolez-
za che la spaventava. Mentre pronunciava queste parole i
suoi occhi, dapprima vaganti diventavano duri, mostran-
do una fissità che la spaventarono. Tacque quella volta e
imparò a farlo altre volte, nel timore che si potesse irritare.
Ormai le sue giornate erano scandite dai pochi movi-
menti che le erano consentiti. Doveva rimanere nell’allog-
gio per tutto il tempo, procurandosi i pasti che fortunata-
mente la proprietaria le consentiva di preparare, avendole
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