Page 126 - Tempo scomposto
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concesso l’uso della cucina. Per il resto rimaneva nel pe-
rimetro della sua stanza, attaccata al televisore che snoc-
ciolava di continuo notizie sull’andamento dei contagi,
paralizzata e col telefono sempre in mano per comunicare
con Bianca.
- Mamma, come stai?
- Bene, come state voi, piuttosto? Rosa viene sempre,
vero?
- Sì, non è mancata una sola volta, non so cosa farei senza
di lei!
-Tesoro, ma sei tu che ti stai dimostrando all’altezza della
situazione, te lo devo dire! Là da voi zero contagi, come ve
la passate?
- Papà non sa niente, o finge di non sapere, ma i giornali
li può leggere anche lui, quindi sospetto che sia al corrente
della situazione. Evitiamo, io e Rosa, di metterci la ma-
scherina davanti a lui, cerchiamo di tenerlo sereno, non
facciamo trapelare nulla.
- Ha chiesto di me?
- Non in modo specifico. Vedi, queste patologie rendo-
no le persone insensibili e molto concentrate su se stesse.
A volte mi sembra totalmente assente…
A queste parole Mirta non poté fare a meno di provare
una fitta dolorosa: lei, che s’era persa dietro a Manlio, sa-
crificandogli ogni cosa…meritava almeno un cenno, un ri-
cordo. Questo pensiero, fugace, l’attraversò per un attimo,
ma fu subito capace di scacciarlo, rendendosi conto della
sua infondatezza e consolandosi col pensiero che forse, era
meglio così, che soffrisse il meno possibile…
La città sembrava in preda ad un misterioso incantesimo;
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