Page 53 - Tempo scomposto
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dopo essere state risucchiate giù, in basso, si siano final-
              mente liberate.
                Mi ricordo di te, Manlio, con tutto quello che non sono
              riuscita a dirti, con le mani tra le nostre mani e gli occhi
              dentro agli occhi; sei tu che con la tua sapienza e la tua
              esperienza mi hai guidato nella disciplina paziente dello
              studio e dell’approfondimento; tacendo quando era ne-
              cessario farmi riflettere, spronandomi a volte aspramente
              quando era il caso di indirizzarmi verso azioni più concre-
              te e decise.
                Un abito bianco, una chiesa illuminatissima e piena di
              fiori; lui scuro nell’abito e un poco nel volto. Per l’emo-
              zione? Mi avrebbe portato via, con sé, nella Università di
              Potenza dove era stato trasferito ed avanzato di grado. I
              miei che piangevano, frantumati tra la gioia e l’amarezza
              per la perdita della loro unica figliola…
                Non furono tutti e -sempre- anni felici. L’adattamento
              non fu facile e l’abbandono quasi repentino di un modo di
              vivere che non sarebbe più tornato ebbe il suo peso. Ades-
              so che sono passati tanti anni, come in un caleidoscopio
              riemergono e si ricompongono figure del passato, anche la
              figura di Duccio e di quello che avevamo vissuto insieme
              ha fatto talvolta capolino tra le pieghe della mia esistenza.
















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