Page 57 - Tempo scomposto
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Quella mattina di metà febbraio il vento tirava forte e
l’acqua veniva giù ad intermittenza. Mirta faceva fatica a
percorrere l’ultimo tratto della salita di san Giuliano, men-
tre l’ombrello la trascinava da un lato all’altro del marcia-
piede chiudendosi e aprendosi continuamente, e raffiche
di vento pungente le sbattevano in faccia. Il suo umore si
accordava col tempo, tutt’altro che sereno, dopo l’ultima
telefonata che aveva ricevuto da Bianca. Giunta alla fine
della scala che la portava all’ingresso della Biblioteca tirò
un sospiro di sollievo per essere finalmente al riparo. Si
scrollò di dosso quelle gocce fastidiose che le imperlavano
il viso e le mani e rispose al saluto della Direttrice che le
veniva incontro.
-Buongiorno, che tempaccio! Da noi i mesi più freddi
sono gennaio e febbraio. Per la festa di sant’Agata, poi,
non c’è scampo!
Mirta si sentì rincuorata per l’accoglienza premurosa;
avevano rotto il ghiaccio quasi subito; poi la frequenza e
l’assiduità avevano creato un rapporto cordiale e amiche-
vole, dissolvendo ogni residuo di diffidenza. Inoltre l’aveva
aiutata parecchio per la ricerca dei testi e per le consulta-
zioni bibliografiche dimostrando notevole competenza.
Le faceva piacere scambiare qualche parola prima di ini-
ziare il suo lavoro, lo rendeva meno gravoso. Così le due si
misero a conversare, come vecchie conoscenti davanti al
finestrone posto accanto al mobile basso in cui si ripone-
vano gli oggetti personali.
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