Page 62 - Tempo scomposto
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funzioni di prevenzione e controllo delle malattie epidemi-
che) dopo aver visionato la documentazione diede ordine di
trasportare il veliero nella zona del porto dove era collocato
il Lazzaretto. Vennero sbarcate tutte le merci nei magaz-
zini del Lazzaretto dove sarebbero rimaste per il prescritto
periodo di quarantena; allo stesso tempo il capitano diede
gli ordini per il disbrigo delle ulteriori pratiche al termine
delle quali l’imbarcazione avrebbe ripreso la navigazione.
Il 22 di marzo tuttavia il capitano si ammalò di erisi-
pela e dopo tre giorni morì per complicazioni neurologiche
secondo quanto riferito dai medici del Lazzaretto. Passati
altri due giorni giunse voce ai medici che un altro marinaio
si era ammalato; giunti sulla barca lo trovarono già mor-
to; ispezionato il cadavere lo trovarono coperto di petecchie e
con un bubbone sotto l’ascella. Si decise quindi innanzitutto
di portare al largo di Messina il veliero e quindi di darlo
alle fiamme. Per facilitare ed accelerare l’operazione la sti-
va fu imbottita di pece, zolfo e catrame. La merce che, nella
fretta di portare al largo l’imbarcazione, rimase ancora nei
magazzini fu trasferita in un luogo fuori città e data alle
fiamme. L’equipaggio fu posto in quarantena all’interno
di un baraccone a poca distanza dal Lazzaretto. Tutti i
marinai vennero fatti denudare e le vesti furono bruciate;
quindi dopo una completa rasatura ed un bagno con acqua
ed aceto gli vennero forniti indumenti puliti. Tutta la zona
intorno al baraccone venne posta sotto stretto controllo da
personale militare. Il 14 di Maggio terminò il periodo di
quarantena dell’equipaggio senza riscontro di casi sospet-
ti e con grande giubilo si rese grazie a Dio per lo scampato
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