Page 64 - Tempo scomposto
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previste nei casi di malattia contagiosa e quindi vennero
proibite adunanze pubbliche e l’ospedale della città venne
attrezzato a Lazzaretto. Nei primi due giorni di giugno
morirono 259 persone. Nonostante la gravità della situa-
zione il popolo, con la speranza di ricevere la grazia, volle
nonostante tutto, celebrare la festa di SS Maria della Let-
tera il 3 di giugno. Il 4 giugno le autorità sanitarie dichia-
rarono ufficialmente che era in corso una epidemia di peste.
Chi ne aveva la possibilità, dopo aver fatto una abbondante
provvista di cibo, si rifugiò nelle campagne circostanti.
Il senato della città ottenne 6000 onze dal Viceré che ser-
virono per gli acquisti di generi di prima necessità e per
la attrezzatura necessaria per allestire come si conveniva
i luoghi di raccolta degli ammalati, Venne pubblicato un
“bando penale” perché tutti gli “ammorbati” venissero tra-
sportati nel convento di S. Maria di Gesù fuori dalle porte
della città. Venne individuato il personale medico, coloro
che dovevano assistere ed alimentare gli ammalati e chi
invece trasportare i cadaveri sopra dei carretti per essere
calati nella fossa comune detta “de’ svizzeri” fuori Porta
Imperiale. Con il passare dei giorni il numero dei morti
e degli ammalati aumentava sempre di più tanto che la
fossa comune risultò ben presto al limite della sua capien-
za. Cominciarono i primi disordini, i carri risultavano
introvabili, così come i “beccamorti” e chi era addetto alla
comune manovalanza. Per mancanza di personale anche
i forni avevano seri problemi nella lavorazione del pane.
Scene tristissime si sovrapponevano tra di loro dipingendo
un quadro apocalittico da fine del mondo. Giovani madri
già decedute abbracciate ai figlioli vivi e piangenti oppu-
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