Page 61 - Tempo scomposto
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tre anni fece orribili danni; Catania ne fu devastata, ed il
morbo guadagnò anche i paesi e i casali all’intorno. Si ebbe
luogo a credere che la propagazione del male derivò dalle
poche cure adoprate dai ministri del Regno. Due anni dopo
risorse nel convento degli Agostiniani, in guisa che non restò
un solo monaco. Il Senato fece bruciare tutto ciò che eravi;
non risparmiò né robe, né scritture, né cose sacre. Nel 1578
cessò del tutto, sotto le energiche diligenze di Marco Antonio
Colonna divenuto poi vicerè” .
Ma la messe più cospicua di notizie riguardava la terribi-
le epidemia di peste che aveva investito Messina nel 1743,
secondo il racconto dello storico Orazio Turriano .
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“Il tutto ha inizio nel mese di Marzo del 1743 quando nel
porto messinese approda una tartana (piccolo veliero mono-
albero) partita trenta giorni prima da Missolungi, piccolo
paese greco situato alla bocca del golfo di Lepanto, con un
carico di lana, tessuti vari e frumento. Come era d’obbligo a
quei tempi il capitano, tal Aniello Bava, mostrò al respon-
sabile portuale la patente di sanità che dichiarava la pre-
senza di 12 marinai compreso il capitano. Dalla verifica
però risultarono presenti solo undici persone. Interrogato a
tal proposito il capitano dichiarò che durante il viaggio un
marinaio aveva perso la vita per motivi imprecisati proba-
bilmente conseguenza delle fatiche della traversata. Dopo
aver data ampia assicurazione di non aver avuto contatti,
durante il viaggio, con altra gente, gli undici componenti
della barca furono condotti al Lazzaretto della città e sot-
toposti ad accurata visita medica dalla quale risultarono
tutti in buona salute. Il segretario della Deputazione di
Sanità (organo istituzionale guidato da un magistrato con
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