Page 65 - Tempo scomposto
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re genitori che vagavano per le strade portando in braccio i
corpi senza vita dei propri figli, poveracci in preda al male
abbandonati dai propri familiari e cadaveri sparsi qua e
là in avanzato stato di decomposizione che emanavano un
lezzo indescrivibile. In mezzo a questa catastrofe chi pote-
va cercava di allontanarsi forzando od eludendo i control-
li che erano posti tutti intorno alla città con il compito di
impedire contatti tra la popolazione ed i forestieri. Nella
città regnava un tale caos che il Senato decise di chiedere il
sostegno del governatore della città che impressionato dallo
stato di devastazione inviò il 20 giugno 200 soldati che, in
assenza di carretti e di luoghi adatti per la sistemazione dei
cadaveri e bardati con vesti impeciate, si diedero da fare per
bruciare tutti i cadaveri negli stessi luoghi dove venivano
trovati, provvedendo quindi a cospargere i luoghi di pece,
zolfo, bitume ed altre sostanza per disinfettare e per rendere
l’aria più respirabile. La loro opera fu così incisiva che già
dai primi giorni di luglio le strade risultavano sgombre di
cadaveri nonostante la strage pestilenziale continuasse sen-
za sosta. Furono impartiti ordini affinché gli stessi soldati
provvedessero alla lavorazione del pane ed alla macellazio-
ne della carne per dare un minimo di sostegno a quelli che
ancora risiedevano all’interno della città.
Con l’inizio di agosto si assiste ad un consistente aumento
degli aiuti sotto forma di generi di prima necessità come
cibo, medicine, vestiario e quant’altro necessario per risolle-
vare il morale della popolazione decimata dalla epidemia.
Da Napoli il re inviò anche personale medico e di fatica e
denaro in quantità bastevole per provvedere a tutto ciò che
veniva reputato indispensabile.
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