Page 66 - Tempo scomposto
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Dalla fine del mese si assistette ad una attenuazione del-
la epidemia finché il 6 settembre il Senato della città infor-
mò il Viceré che la situazione era finalmente sotto controllo,
la città liberata non solo di cadaveri ma anche degli am-
malati sospetti che erano stati inviati all’Ospedale di S. Al-
berto fuori Porta Imperiale mentre chi ancora era in preda
ai sintomi della peste era stato indirizzato al Convento di
S. Alberto trasformato a Lazzaretto, mentre l’ospedale di
Montesanto (convento dei Carmelitani) era stato predispo-
sto per accogliere i convalescenti. Veniva confermata l’assen-
za di nuovi contagi tranne rarissimi casi verificatisi nelle
campagne vicino che venivano immediatamente trasferiti
al Lazzaretto. Per mantenere queste condizioni venivano
impartiti ordini severissimi ai soldati perché nessun contat-
to avvenisse tra residenti e forestieri; a tal fine vennero bru-
ciate tutte le imbarcazioni presenti nel porto; si mantennero
inoltre chiuse tutte le chiese impedendo qualsiasi assembra-
mento che non fosse strettamente necessario. Le case infette e
disabitate si mantennero sbarrate per impedire che da esse
fossero trafugati oggetti contaminati; furono istituite a tal
fine ronde composte dagli stessi cittadini per impedire qual-
siasi effrazione. I sopravvissuti si davano invece daffare per
ripulire e disinfettare le loro case impiegando tutte le pre-
cauzioni per impedire l’eventuale diffusione del male.
Richiesta più volte dal senato della città al Viceré, final-
mente l’11 di dicembre giunse a Messina da Venezia la
squadra di specialisti deputata allo Spurgo Generale. Era
costituita da tre subalterni, due camali (operai), un coa-
diutore ed il Dott. Pietro Polacco. La squadra sarebbe stata
affiancata da un gruppo di soldati per i lavori manuali.
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