Page 60 - Tempo scomposto
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e non aveva potuto non notare che anche lo studioso ap-
           pena conosciuto in maniera ufficiale, era assiduo almeno
           quanto lei. Altezza regolare, fisico robusto che dimostra-
           va un’attività sportiva abbandonata forse da non troppo
           tempo, occhiali dalla montatura spessa, capelli fluenti e
           brizzolati. Andando indietro con la memoria ricordò che
           era proprio lui quello che aveva involontariamente urta-
           to il primo giorno che s’era recata in Biblioteca. Una fi-
           gura evanescente, appena intercettata per caso che a poco
           a poco si era concretizzata rimanendo impressa nella sua
           memoria.
             Chissà su cosa stava lavorando con tanta attenzione? Si-
           curamente su un argomento che lo prendeva molto, a giu-
           dicare dalle sue dita che si muovevano velocemente sulla
           tastiera del computer e dalla catasta di libri e quotidiani
           che ingombravano il suo tavolo. C’era qualcosa di miste-
           rioso in lui, qualcosa che attraeva e respingeva allo stesso
           tempo, ma che in ogni caso destava la sua curiosità. Notò
           anche che era mancino ed ebbe l’impressione che per un
           lungo momento -non avrebbe saputo dire quanto- non le
           aveva tolto gli occhi di dosso.
             Ma anche lo studio che stava portando avanti stava pren-
           dendo  molto  Mirta:  aveva  trovato  stralci  di  testi  molto
           interessanti, ma poco particolareggiati sulle epidemie, le
           pestilenze ed i contagi che avevano attraversato la Sicilia
           orientale a partire dall’età moderna. Aveva già riempito fo-
           gli e fogli di appunti (lei preferiva scrivere a mano anche se
           più faticoso).


             “La peste aveva attaccato la Sicilia nel 1575 e per più di


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