Page 84 - Tempo scomposto
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- Portatela via! portatela via nella sua stanza e richiudete-
           la! - gridò il monaco coprendosi il viso con il braccio. Lei
           fu condotta nella sua cameretta e lì rinchiusa.”


             Mirta aveva letto avidamente la storia della povera Da-
           miana facendo delle aggiunte sue perché il racconto era
           molto lacunoso e s’interrompeva nel punto in cui l’abbia-
           mo lasciato. Forse c’era un seguito, un volume successivo
           al primo in cui si parlava dell’aspetto più inquietante del-
           la vicenda, cioè il trasferimento al tribunale di Catania, il
           processo, l’eventuale condanna…Ma la mancanza dei do-
           cumenti non le permetteva di andare avanti.
             Guardò l’orologio e si rese conto che era l’ora di fare un
           break. Aveva proprio bisogno di una tazza di caffè fumante
           con un cornetto fragrante, appena uscito dal forno. Senza
           indugio lasciò tutto e si avviò verso l’uscita. Stavolta il suo
           spostamento  fu  contemporaneo  a  quello  di…Antonio:
           non più in opposizione divergente, ma armoniosamente
           diretti verso la stessa meta. Glielo fece notare sorridendo
           mentre si avviavano al bar.
             - Posso offrire? Mi dai quest’onore?
             - Sì, con piacere! Si sedettero insieme.
             Per Mirta era davvero piacevole fare conversazione con
           qualcuno, interrompere la monotonia della ricerca e della
           lontananza forzata da casa: le mancavano Manlio, Bianca,
           le sue cose ed i suoi amici più cari. Ma poi, non era solo
           quello: non poté non ammettere a se stessa che Antonio
           la incuriosiva molto, aveva un fascino sottile che l’attraeva.
           Conversarono di cose oggettive, come si conviene a due
           che si frequentano da poco e girano a largo evitando le


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